La relazione tossica di Alexander Bublik

O lo odi o lo ami. Con Bublik non c'è via di mezzo. A volte, addirittura, entrambe le cose contemporaneamente. Tutto questo è ciò che affronta questa sera Sinner.

Jose Morón | 1 Sep 2025 | 12.45
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La relazione tossica di Alexander Bublik. Foto: Getty
La relazione tossica di Alexander Bublik. Foto: Getty

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Alexander Bublik è come quella relazione tossica. La odi, dici che non ti piace, che non la sopporti nemmeno, che è finita... ma finisci per ricadere nelle sue grinfie ancora una volta. Imbattibile come la vita. Così arriva il kazako stasera a New York, facendo qualcosa che non aveva mai fatto prima nella sua carriera.

Perché Bublik aveva vinto solo quattro partite in tutta la sua vita agli US Open. Quest'anno, di colpo, tre di fila. Non aveva intenzione di giocare negli Stati Uniti. Diceva che era troppo lontano dalla sua famiglia e che voleva tornare da loro. Ma quest'anno è diverso. Perché questo Bublik non è lo stesso.

Immaginate che il kazako abbia sempre detto di odiare la terra battuta, per poi segnare un Roland Garros epico, raggiungendo per la prima volta i quarti di finale di un Grande Slam. Sì, sulla terra rossa. Il portabandiera del tennis offensivo e delle superfici veloci. Non cercate di capirlo. Non potreste.

Jannik Sinner, ma invece di arrendersi, lo ha fatto desiderare di più. Tanto è vero che Bublik si è preso la sua rivincita due settimane dopo. A Halle, ha sconfitto Jannik diventando l'unico tennista a battere Sinner negli ultimi 14 mesi senza chiamarsi Carlos Alcaraz. Parole importanti.

Dopo un insolito contrattempo a Wimbledon contro Munar, ha deciso di fare qualcosa di strano, in linea con ciò che è. Ha rifiutato di partecipare al circuito Canada-Cincinnati. Al suo posto, Bublik è andato a giocare due tornei su terra battuta. Sì, sulla terra. E li ha vinti entrambi.

Bublik

Quando è arrivato a New York e ha visto il suo tabellone, nemmeno il più ottimista pensava che Bublik avrebbe potuto raggiungere la seconda settimana per incontrare Sinner. Senza competizioni ad agosto, senza tornei di transizione da terra battuta a superfici dure e con un record agli US Open di appena quelle quattro vittorie.

In questo modo, il kazako si piazza negli ottavi avendo vinto 20 delle ultime 22 partite e senza che nessuno abbia ancora rotto il suo servizio a New York. Ha servito 59 volte e ha mantenuto il servizio 59 volte. In queste tre partite, ha salvato 12 palle break. Sei contro Paul, quattro contro Schoolkate e due contro Cilic.

È più probabile che Jannik gli rompa il servizio diverse volte e fermi Bublik, ma lui, dentro di sé, sa che il kazako è così imprevedibile che non può permettersi di rilassarsi. Se è in giornata, se ne ha voglia, bisogna stare molto attenti. Di fronte a quel non sapere cosa succederà, tutto rimane aperto, e su quel terreno, Bublik si muove come Solid Snake nella giungla di Tselinoyarsk.

Come in tutte le relazioni tossiche, con Bublik ti muovi su quella sottile linea che separa l'amore dall'odio. Con chi non smetti mai di litigare per poi passare all'amore più appassionato mai visto. Da non gradire quella "pancetta" da fofisano a trovare il suo lato stupido. O lo ami, o lo ami. A volte, perfino entrambe le cose contemporaneamente.

Il confronto di stasera sarà quasi come un tutto o niente. Potrebbe accadere, o no. Ma in quei 'e se', se fossi in voi, non me lo perderei. Perché, e se a Bublik venisse voglia di competere? Personalmente, non mi viene in mente una storia migliore per un Arthur Ashe in piena notte.

 


 

 

Questa notizia è una traduzione automatica. Puoi leggere la notizia originale La relación tóxica de Alexander Bublik